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Barbara Merciari “Il Blu a 360 Gradi”

OGNI COLORE POSSIEDE UNA DETERMINATA CAPACITA’, DIVERSA DA QUELLA DEGLI ALTRI COLORI, DI INFLUENZARE I SENTIMENTI.

JolandeJakobi

“Altissima Signora del mondo!

Lasciami vedere nella distesa azzurra della volta celeste il tuo segreto.”

J.W.Goethe

IL BLU

Il blu presente in natura è al tempo stesso simbolo della profondità del mare e dell’immensità del cielo. Evoca il ricordo della frescura dell’ombra e dell’oscurità della notte.

Perciò ispira l’uomo a immaginare realtà molto più vaste, in cui lui non è che una piccola parte; per questo è il colore della trascendenza e il simbolo dell’Eterno.

Già i popoli primitivi credevano che queste “lontananze” fossero la dimora degli dei, degli spiriti, degli antenati: questo modo di pensare originò l’associazione del blu con la religione.

Così Dio si mostrò a Mosè, nel Vecchio Testamento, in piedi su lastre di zaffiro. Così il blu è il colore di Giove e Giunone, del cielo, nell’antica Roma.

I primi cristiani collegavano il blu a Dio Padre; successivamente, l’azzurro venne associato al femminile e alle sue qualità divine: compassione, devozione e amore incondizionato.

La mistica medioevale Santa Ildegarda descrisse una visione in cui le apparve una figura maschile color zaffiro immersa in un disco dalla luce dorata, che percepì come rappresentazione di uno dei tre aspetti della Trinità. È interessante notare come nei suoi scritti essa ne parli come l’essenza della “compassione materna”.

Nel Cristianesimo queste qualità sono attributi della Vergine Maria che indossa un mantello azzurro sulle vesti bianche. Essa è l’archetipo della Madre che esprime un femminile benigno.

Anche gli alchimisti collegavano il blu alla madre, al sentimento e all’acqua.

Dopotutto prima di nascere siamo creature acquatiche: i movimenti del corpo materno ci cullano dolcemente e il liquido amniotico è una soluzione salina molto simile all’acqua del mare. L’esperienza prenatale, quindi, molto probabilmente ha generato in noi il collegamento tra il ventre materno e l’oceano primordiale.

In astrologia il blu è associato a Giove che è il governatore dei nati sotto il segno del Sagittario e dei Pesci: mentre ai primi conferisce qualità paterne come l’azione e la forza di volontà per conseguire le proprie ambizioni, oltre che sincerità e profondo senso morale, nei secondi dona qualità materne come la devozione, la dolcezza e il desiderio di amore incondizionato.

Nello studio dei colori il blu presenta un movimento tendente verso l’interno, attira l’osservatore verso se stesso, la propria anima. Allo stesso modo unisce ciò che è lontano, esterno con ciò che è interno, interiore.

Ciò non è possibile al rosso o al giallo: con il blu esiste la profondità.

Il blu è il colore della luce delle prime ore del mattino che corrisponde all’attività dell’emisfero destro del cervello che dona intuizioni, capacità analogica e sintesi. Il blu scuro è invece eternità senza tempo, quiete, armonia e può quindi essere considerato il colore dell’anima.

Verso mezzanotte compare l’indaco, il “blu di mezzanotte”, che ha la funzione di coordinare i due emisferi, equilibrare le polarità e purificare sia il corpo che la mente. È una tonalità metafisica che i maestri esoterici associano alla conoscenza pura e fanno corrispondere al terzo occhio degli egizi.

Anche nei mandala tibetani la sua presenza simboleggia la trascendenza, il superamento del turbinio delle passioni, la chiara luce immobile della coscienza.

Luscher trova che il blu simboleggi la calma completa e che rappresenti la tradizione, i valori durevoli, l’attaccamento al passato; in base alla loro esperienza clinica gli psicologi junghiani ritengono che quando compare il blu, nei mandala dei loro pazienti, questo colore rappresenti le funzioni del pensiero.

Il blu simboleggia però anche l’oscurità, le tenebre. “Come il giallo porta con sé una luce, si può dire che il blu porti sempre con sé qualcosa di oscuro” (citazione di Goethe).

Nel blu c’è sempre qualcosa che si contrae come avviene per la paura, il senso di solitudine e la tristezza. In Tibet, infatti, gli dei irati vengono rappresentati di questo colore.

Questa associazione con la notte, con ciò che è oscuro e nell’ombra ha fatto del blu anche il simbolo dell’inconscio e della dimensione onirica. Artemidoro, nel suo libro sui sogni, collega il blu scuro con lo smarrimento dell’anima e la depressione.

Quando il blu compare nei lavori dei pazienti spesso ci parla della sfera materna: ma mentre l’azzurro sembra indicare amore incondizionato, compassione e nutrimento, le tonalità scure rimandano a un rapporto con la madre soffocante, freddo, spaventoso.

Nella mia esperienza come Arte-terapeuta ho riscontrato come una forte presenza di blu scuro nei lavori dei miei pazienti sia da associare a esperienze infantili che hanno generato una sfiducia nella figura materna, conflitti con la madre.

Altresì può segnalare un momento difficile per la persona, la cosiddetta “notte dell’anima”, in cui prevalgono vissuti di paura, tristezza, chiusura al mondo, solitudine.

Ma come la notte precede l’alba così nell’uso del blu c’è già, in potenziale, una trasformazione che prima o poi avverrà, generando un nuovo modo di stare al mondo, di solito, più consapevole, profondo e spirituale.

È la germinazione nel ventre materno, nel buio e nella solitudine, da cui si svilupperà di nuovo la vita.

Perciò il blu preannuncia spesso una rinascita psicologica, che è nello stesso tempo ispirazione e funzione del pensiero razionale; nel blu, infatti, il caos intrinseco si trasforma e origina qualcosa di ordinato e strutturato.

Le persone che amano il blu, generalmente, sono amanti della pace, della tranquillità, della famiglia e dei suoi valori tradizionali. Sono persone introspettive, silenziose, affidabili. Un ancoraggio eccessivo a questo colore, altresì, può segnalare eccessiva introversione, malinconia e passività.

Quelle che rifiutano il blu, invece, esprimono un desiderio di evasione, fuga. Rifiutano la situazione in cui vivono, vorrebbero tagliare legami esperiti come soffocanti, ricercano stimoli nuovi.

Contemplare questo colore apporta benefici sia al corpo che alla mente: esso pacifica il sistema nervoso centrale, riduce la pressione arteriosa, la frequenza del polsoe del respiro. In caso di nervosismo, disturbi del sonno e iperattività (anche nei bambini) sono utili il celeste e l’azzurro nell’arredamento o sulle pareti della camera da letto. Molto utile risulta essere anche una debole luce blu da tenere accesa durante la notte. Essa concilia il sonno e calma profondamente il corpo.

L’azzurro facilità la pratica dello yoga, la meditazione e il massaggio. Molti terapisti del colore lo usano per contribuire a risolvere crampi e contrazioni muscolari.

La luce blu viene usata per contrastare, reumatismi, mal di testa, disturbi del climaterio, gonfiori e contusioni. Questo colore è anche rinfrescante; in caso di ustioni può essere utile una pezza blu per alleviare il dolore.

Ha azione antipiretica e antinfiammatoria: in caso di febbre, infatti, può essere utile riposare tra lenzuola blu o indossare un pigiama dello stesso colore (se non si hanno problemi all’apparato cardiocircolatorio). Sono indicate anche bevande che contengano questa tonalità come il succo di mirtilli o di sambuco.

Serve per purificare l’organismo soprattutto in caso si sia appena smesso di bere o di fumare. Infine, indossare biancheria intima azzurra, una camicia o una maglia blu farà attraversare la vita in modo più rilassato.

Barbara Merciari | Arteterapeuta 

Collaboratrice Associazione Il Germoglio e la Quercia 

 

 

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